Un metaverso chiamato ISABELLA1985

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Michele Lamanna presenta la sua seconda stagione come un’opportunità di sperimentazione concentrata sull’ambiente ed i personaggi che gravitano attorno al brand.

Una carriera come 3D artist, le sue passioni e l’immaginario esoterico di una nuova realtà: da allora Michele Lamanna, creativo classe 85 nato a Putignano, si è fatto conoscere grazie alla sua genialità fino a diventare uno dei nomi su cui vale la pena investire.

ISABELLA1985 è l’unione del nome di sua nonna al suo anno di nascita, una scelta non casuale dovuta alla direzione estremamente intima e personale di questo progetto, con un legame particolarmente intrinseco alla Puglia e alla tradizione.

Ho scelto il nome di mia nonna, la persona che più mi ha amato, senza compromessi e senza limiti, e la mia data di nascita. Per me, queste due cose rappresentano il bene e il male, la luce e l’oscurità, il colore asfalto e il colore cocco. La Puglia, invece, ha tanti sottili significati legati all’esoterismo ed al male. Quasi una denuncia ed una riflessione sulla nostra cultura, sui lati oscuri e negativi. La paura nei confronti del proibito e del male, che ci spinge verso la religione.

Michele Lamanna

I colori e le forme legati all’infanzia ed al paesaggio mediterraneo, con tonalità apparentemente rassicuranti e tenui, nascondono richiami al pastel goth, al norm-core e altre subculture digital-native, ironicamente giustapposte al ritratto di una borghesia che cela qualcosa di proibito. Una scelta con cui Michele vuole rappresentare il dualismo che caratterizza l’intero processo creativo.

Il suo nuovo progetto ripensa i paradigmi dello streetwear, sovvertendo le consuetudini dell’iconografia digitale, fa emergere la componente ineffabile delle immagini e delle parole, lasciando aperta ogni interpretazione.

Una riflessione intorno all’idea di simbolo ed ai suoi possibili effetti sul piano emotivo e psichico, in un confronto tra reale e virtuale. La stella, logo del brand, simbolo cosmico ambivalente, rappresenta questa volontà di rompere gli schemi, gli stereotipi e le associazioni logiche abituali, dando spazio al dubbio e al mistero del mondo digitale.

I riferimenti affondano le proprie radici nel cinema giapponese e americano degli anni 80 e 90, così come negli horror di Lamberto Bava, intrecciando ricordi ed esperienze di vita vissuta, fino a confondersi con un’infinità di identità possibili.

La collezione è costituita da items in cotone e canvas tinti in capo con una palette che va dal rosa porcellana al cocco fino al verde pastello e grigio asfalto, in modo da conferire un senso di non uniformità e unicità ad ogni singolo pezzo. La contrapposizione di capi casual e street, influenzati dalla tradizione sportswear giapponese e americana, è lo specchio del messaggio del brand.

Un prodotto artigianale di alta sartorialità, contraddistinto da un valore intrinseco che va oltre il “fashion moment” e può essere utilizzato negli anni e nei decenni a venire. Le etichette esterne, presenti su ogni capo, sottolineano ancora una volta la voglia di rappresentare un mondo in cui ogni linguaggio può essere scardinato.

La moda di ISABELLA1985 è per tutti e non si rifà a nessuno stereotipo legato a generi specifici, è democratica, esattamente come la morte. Lo dimostra il lapidario slogan Everybody Goes to Hell, un memento mori che accompagna tutti i personaggi dell’ultima campagna del brand, intriso di un’estetica maledetta, contemporanea ed esclusiva, nata per rompere gli equilibri.