Industrial romance

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Epicene: un labirinto culturale fra sperimentazione e nuovo minimalismo. Un romanzo industriale da leggere con una tazza di çay.

Damla Bozoglu e Burak Kocak fondano il marchio nel 2016 a Istanbul. Il brand incentrato sulla gioielleria, con un approccio multidisciplinare all’abbigliamento e all’home design, nasce dalla volontà dei fondatori di allargare i confini del minimalismo, spaziando fra il lusso quotidiano e le culture giovanili.  

Né Damla né Burak hanno un background nel fashion system ed è proprio questo che permette loro di avviare un processo creativo genuino, da autodidatta, con spunti presi dalla quotidianità, da consapevolezze personali e motivato dal costante confronto. Due giovani appassionati, sognatori, curiosi, sempre connessi e attenti a ogni passaggio.

Epicene si può infatti definire figlio dell’anima di un “collettivo creativo”. L’ispirazione nasce dalla vita, dalla strada, dalle esperienze reali e visive dei fondatori e prende poi forma nel quartier generale, dove l’equipe traduce in produzione l’idea creativa.

Siamo profondamente radicati nei nostri valori comunitari, preferiamo stare gli uni con gli altri, alimentando e sostenendo il nostro valore e la nostra missione originaria. La nostra visione è sempre stata quella di raccontare una storia attraverso materiali e immagini.

Epicene

Confronto costante, sperimentazione, approccio visionario e qualitativo nei materiali e nel design dinamico, con un’attenta precisione fatta a mano sono la mission aziendale.

Anche il nuovo flagship store a Istanbul è parte viva di questa visione: giocato sul minimalismo dell’acciaio e di luci innovative (cui solo la tappezzeria blue fa da contrasto) regala agli acquirenti una shopping experience dall’allure minimale e audace.

Industrial romance è l’ultimo nato di Damla e Burak. Una collezione di gioielli che trae ispirazione dai labirinti di Istanbul, distretti produttivi dove si può assaporare una tazza di çay. Il romanzo industriale cammina sul filo del constante equilibrio fra le vibrazioni della vita quotidiana, lo scambio, un nuovo minimalismo. La produzione stessa è flusso costante di domande e risposte non facili.

Ci sono lacrime di lavoro in amore, lo chiamiamo romanzo industriale.

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