Dopo la Central Saint Martin di Londra e la Duperrè a Parigi, la giovane designer Diane Gaignoux presenta una diversa concezione del corpo con la sua nuova collection Enveloppes Imaginaires.
Diane Gaignoux ha sperimentato, in seguito ai suoi studi, una pratica che va ben oltre alle classiche tecniche sartoriali.
Secondo la designer infatti, il corpo è un vaso, un “contenitore” di esperienze, uno spazio di performance stilizzata. Ed è anche qualcosa di estremamente fluido, mai fisso, sempre in metamorfosi. Sempre in mutazione, plasmato da ciò che lo circonda e allo stesso tempo da ciò che potrebbe accadere.
La riflessione sull’involucro del corpo, così come anche la scultura, diventano motivo di esplorazione nella collezione; azioni tradotte in pratiche tecnice per la creazioni dei capi. Questi ultimi diventano pelle viva da abitare, silhouette scultorre, arazzi personali, dove poter sviluppare ed espandere la propria storia. Sono metamorfosi. Mantengono le tracce del corpo, i residui che possono essere un fulcro di memoria. Diventando ruoli in una performance nella scena teatrale della vita quotidiana.
“Sono caduto in questo corpo, in questo nome (…) Vivo in questo costume di pelle”. Castellucci, Romeo « Scènes imaginaires: Romeo Castellucci », Fictions / Théâtre et Cie, France Culture, 20/12/2015.
Ogni look è un personaggio, si traveste ed incarna un altro sé. Anche i colori, che si fondono tra loro, partecipano a questa idea di trasformazione.
I pezzi principali della collezione sono realizzati in feltro. Le forme irregolari, tondeggianti e la pungente allegria dei colori richiamano le donne di Niki de Saint-Phalle, ma anche i tailleur a spalle grosse delle signore scolpite degli anni 80 e 90.
Il processo di infeltrimento è di per sé una pratica di scultura e modellatura. I vestiti sono privi di cuciture, realizzati in un unico pezzo. Le diverse colorazioni ci parlano di personalità differenti le une dalle altre.
La realizzazione di questi pezzi, passa attraverso diverse fasi che cercano di controllare e dirigere la materia viva: vengono prima preparati in scala x 1,52, che è il coefficiente di restringimento del tessuto. La forma viene concepita prima in fibre di lana assemblate in lana e motivi a maglia. Successivamente, i coloranti vengono dipinti a mano sul pezzo grande. Dopo diversi giorni di asciugatura, il capo è pronto per essere infeltrito. I pezzi vengono poi lucidati e completamente modellati con acqua e sapone. Inoltre, troviamo l’impronta del gesto nell’uso del feltro, della maglia, della ceramica, del silicone e dell’argilla plastica.
Ognuno di questi materiali rivela le irregolarità di un processo manuale lungo ed elaborato ogni volta rinnovato e unico.
Nella collezione sono stati inseriti tuttavia anche capi di maglieria, come maglioni body conscious in viscosa o in lana d’agnello in diverse colorazioni, che seguono il flusso della metamorfosi a cui i capi in feltro e la palette cromatica sono sottoposti. Gli orecchini e le spille sono scolpite in argilla plastica, con cristalli Swarovski sugli orecchini. Le calze sono tinte a spruzzo. Le scarpe in silicone, sono realizzate con un processo di upcycling, utilizzando paia esistenti.